Streetball: un serbatoio di giocatori e spirito per il basket italiano


Per chi come me è cresciuto con il mito americano, il basket più vero e più puro è quello nato e giocato nei playground delle grandi metropoli; quello giocato con dei canestri improvvisati, dei due contro due o tre contro tre fatto di contatti pesanti sotto canestro; quello delle penetrazioni a tutta velocità piene di inventiva e spesso prive di logica; quello degli alley oop che sanno entusiasmare i compagni di squadra e gli spettatori. E sono proprio i playground, i campetti, ad essere i nuovi protagonisti delle estati cestistiche italiane.
Mentre infatti i campionati si fermano e le squadre vengono più o meno smantellate, la passione per la palla a spicchi rinasce sui campi all'aperto, tra sfide improvvisate e veri e propri tornei. In Italia, lo Streetball è un movimento alquanto recente nato ufficialmente appena tre anni fa ma che ha fatto registrare numeri da capogiro. Tanto da poter contare già su una vera e propria associazione nazionale e su ben 150 tornei affiliati. “Ma è solo l'inizio” mi assicura Andrea Sciarrini, responsabile FISB – la Free Italian Streetball - per la regione Marche. Andrea è uno dei promotori di questo basket da playground e mi spiega come in Italia questo sport sia ancora troppo legato al solo periodo estivo e come ci siano ancora tante cose da fare per renderlo un movimento serio e solido. “Da sempre sono un appassionato del basket “estivo"; già da piccolo andavo alla ricerca del canestrino lungo il mare in un'epoca nella quale non c'erano spazi per giocare a basket in spiaggia. Adesso le cose stanno cambiando; in Italia, ci sono 150 tornei ma si potrebbe arrivare tranquillamente a 250 se si continuasse su questa strada. Infatti, è da poco nata una collaborazione con la FIP e quest'anno abbiamo organizzato il primo Streetball ufficiale le cui tappe rilasciavano i pass per i campionati mondiali che sono riconosciuti dalla FIBA. Esiste cioè un movimento di streetball mondiale che deve essere sfruttato. Fino a qualche anno la FIP non era molto presente in questo settore, ma da quando si è verificato questo boom si è interessata maggiormente. La cooperazione tra la Federazione pallacanestro e la FISB è davvero importante per l'intero movimento perché in questi ultimi anni in Italia i giovani italiani fanno molta fatica a giocare e quindi i tornei estivi permettono ai nostri atleti di poter emergere e farsi vedere”.
Soprattutto adesso che l'Italia under 20 si è laureata campionessa d'Europa. Infatti, Andrea sottolinea come i tornei FISB siano terreni ideali per i giovani atleti italiani che vogliono farsi conoscere: “In passato, esistevano in Italia le summer league estive stile americano dove i giocatori free agent o i giovani che si volevano fare conoscere – tra cui c'ero anche io - andavano e giocavano . Lì c'erano società e procuratori che osservavano gli atleti più promettenti. Questi tornei ci sono sempre stati in Italia, ma ora finalmente, grazie alla FISB, hanno un organo che li coordina e gestisce. Un passo davvero importante per l'intero movimento del basket italiano: questi tornei estivi, infatti, sono importanti per i giovani o per coloro che tornano da un infortunio o per chi semplicemente durante l'inverno trova poco spazio in campo – normalmente nelle squadre si gioca in 5 e si gira in 8 – e dove nessuno, a parte i loro allenatori, li vedrebbe mai. Farsi vedere in estate è fondamentale per l'intero movimento cestistico italiano ed è per questo che al momento sto seguendo da vicino anche il tour della NCAA che si basa sulla stessa filosofia. I procuratori e le società iniziano a seguire anche queste iniziative in quanto l'Italia sforna dei giovani super che però non trovano spazio in A1 o A2 e che quindi in estate possono farsi notare in questi tornei”.
E la regione Marche sembra aver colto davvero la palla al balzo. Nella regione lo streetball è davvero esploso nel corso degli anni anche grazie al lavoro di Andrea e dei tanti giocatori “invernali” che si sono appassionati alla versione più “estiva” del loro sport preferito. Seguendo l'esempio di Pesaro – vera e propria culla dello streetball marchigiano – anche a Senigallia si sta ritagliando uno spazio importante nel panorama del basket estivo grazie alla Summer League, che con un campo a pochi passi dal mare e con il magico scenario della Rotonda a Mare può contare ormai su un numero elevatissimo di giocatori e su un basket di qualità. Oltre ad Andrea, fautore di questo boom è Fabrizio Pasquinelli, guardia della squadra locale della Golden Gas: “il basket a Senigallia è uno dei primi sport cittadini e quindi era quasi doveroso che si istituisse un torneo di streetball da affiancare all'attività invernale.” - mi spiega Fabrizio - “Il nostro obiettivo iniziale era quello di creare un evento che potesse essere un “grande evento estivo” in una città come Senigallia che, anche se vive un po' all'ombra di Pesaro e Montegranaro, nel suo piccolo vanta una squadra che viaggia tra la serie A e la serie B dilettanti in maniera stabile da ormai 15 anni e che quindi non poteva accontentarsi di un piccolo torneo dei bagni”.
La Summer League senigalliese è nata infatti 6 anni fa come un piccolo torneo organizzato da uno stabilimento balneare locale: “il gestore dello stabilimento “Piccolo Lido” - che noi stessi frequentavamo – un giorno ci ha detto che voleva il nostro aiuto per organizzare un torneo di basket. Il fatto che noi stessi fossimo dei giocatori ci permetteva infatti di avere un canale preferenziale per organizzare il tutto e per coinvolgere un grande numero di atleti soprattutto del posto. Fatto sta che il primo anno abbiamo fatto subito un bel numero di iscritti e l'idea è piaciuta così tanto che ogni sera un folto pubblico si ammassava per guardare le sfide; pensa che per assistere alle partite gli spettatori si sistemavano anche sui tetti dei capanni!”. Il salto di qualità avviene al terzo anno quando Andrea e Fabrizio, assieme a Giovanni Barrali, Giuseppe Polisi e Daniele Sebastianelli, hanno una vera e propria intuizione: “il terzo anno abbiamo pensato di allargare l'evento; ma dove spostare il torneo? Facile, di fronte al monumento più bello della città: la Rotonda a Mare. Ogni volta che ci passavamo davanti, infatti, pensavamo come il piazzale antistante ad essa fosse ideale per ospitare un torneo di basket. Un giorno abbiamo invitato l'assessore agli sport e agli eventi di Senigallia, Gennaro Campanile, per mostrargli cosa eravamo riusciti a fare in quegli anni al Piccolo Lido e lui è stato talmente entusiasta di quella iniziativa che ha deciso di aiutarci. Trovato l'appoggio del comune, sono poi arrivati gli aiuti da parte della Maior Senigallia Basket e dell'associazione Evimax per il coordinamento. Rimaneva solo un problema : trasformare l'asfalto del piazzale in un campo da gioco” .
La svolta è arrivata proprio durante la ricerca di un materiale adatto per costruire un campo da basket “Tutto è nato grazie agli Amici del Campetto di Varese, una società che affittava strutture per il basket e che avevano commercializzato in Italia i campi in Swiss-flex” - racconta Andrea. Il resto è storia: con 20 squadre il primo anno, 22 il secondo, 25 il terzo e 27 il quarto, la Summer League è diventato insieme al torneo del Cristo Re di Pesaro e quello 5X5 misto a Montegranaro, uno degli eventi cestitici più importanti della regione. Tanto da catturare l'attenzione anche di giocatori di serie A come l'ex Pesaro e NBA Slay Gray, Marco Santiangeli - la guardia titolare del quintetto di Jesi – e Innocenzo Ferraro, giocatore della serie A dilettanti.
Ma oltre ai campi, a noi serviva anche un appoggio logistico per creare un grande evento che potesse rispondere alla richiesta sempre maggiore che ci arrivava anche dagli stessi giocatori locali stanchi dei soliti “torneini” qua e là per l'Italia.” - mi spiega Andrea - “Gli Amici del Campetto ci sono venuti in aiuto anche in questo e abbiamo così deciso di coordinarci e io di iniziare a seguire lo streetball marchigiano”. Grazie a questa nuova sinergia nelle Marche vengono attivati 5 tornei per poi passare in pochi anni a 20 tornei affiliati: “c'è però ancora tanto da fare. Ci sono infatti almeno 10 tornei nelle Marche che si gestiscono da soli e che, non coordinati, non sfruttano il canale FISB”.
Ma come mai lo streetball sta prendendo così tanto piede in Italia? “Il basket da campetto, quello del 3x3 è differente dal basket classico dove la maggior parte dei 24 secondi disponibili li si passa a creare uno schema, a palleggiare, a tenere un ritmo” mi spiegano “nel basket estivo non c'è lo stesso spazio ne' lo stesso tempo e quindi ognuno deve tirare fuori la propria inventiva e il meglio di se' per sfruttare ogni secondo e ogni centimetro di campo. Non hai allenatore, non hai vincoli di contratti né di risultati”. Inoltre, a detta di Andrea e Fabrizio è un basket più “ruspante, adatto a chi piace correre e soprattutto giocare in maniera più fisica”. Ma la vera differenza sta nello spirito di fondo che accomuna tutti i giocatori di streetball e che li differenzia da quelli del basket standard: “per farti capire cosa sia lo streetball ti faccio un esempio.” - mi dice Fabrizio - “Durante gli ottavi di finale della Summer League , un giocatore si è appeso ad un canestro e lo ha rotto mettendoci in grande difficoltà per l'organizzazione della giornata successiva e delle finali. A quel punto, tutti i ragazzi anche non dello staff si sono stretti vicino a noi per riorganizzare il torneo e i giocatori della domenica si sono messi in campo alle 2 del pomeriggio senza fare una piega. I giocatori che prendono parte ai tornei estivi sono fatti così e condividono questo stato d'animo dello stare insieme, del prendersi a spallate in campo prima e prendesi una birra insieme dopo. Se non sei così, non scendi in campo 3 mesi durante l'estate, sotto il sole, con il rischio anche di farti male”.
Forse non saranno i playground newyorchesi che hanno fatto la storia del basket, ma sicuramente lo streetball è una realtà che sta prendendo sempre più piede in Italia e che forse, facilitando la promozione dei talenti nostrani, potrebbe essere la salvezza del basket italiano. Anche perché i principi che regnano nei campetti sono quelli del basket più sano e più puro che non vorremmo mai smettere di respirare.  
L'articolo originale è pubblicato su www.basketlive.it

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