Mi fido di te : Paola Croce e Margot


Tu, tu , tu , I just come to say “Margot”...ehm....forse è “hello”, ma qui a casa, noi la cantiamo così e a me piace troppo! Come perché? Perché ci sta benissimo e poi Margot è il mio nome! Beagle, 7 anni, marrone e nero e.... con dei collari così belli da fare invidia a chiunque. Eh sì, i collari sono la vera passione di Paola, la mia padroncina; me ne ha comprati di tutti i tipi e di tutti colori: rosa, rosso, blu, e persino con le borchie. Il mio preferito? L'ultimo arrivato con la medaglietta a forma d'osso, la bandiera italiana e la scritta “Margot 3”. 

No, no... non voglio prendere il posto di Paola in nazionale come libero; ci mancherebbe altro: io i palloni più che riceverli al massimo li guardo volare sulla mia testa durante gli allenamenti! Ma questa medaglietta indica quanto io sia legata a Paola e che in fondo la pallavolo fa parte della mia vita come della sua. La seguo spesso negli allenamenti e durante le partite, anche se, a dire la verità, dormo per quasi tutto il tempo; diciamo che quello che mi lega alla pallavolo è un'altra cosa: la mia passione per il borsone di Paola e soprattutto per le sue ginocchiere. Rosse, blu, nere e bianche poco importa per me: io le prendo tutte e mi piace morderle e persino rosicchiarle un po'. Anche se mi accontento di tutto ciò che trovo dentro la sua borsa: da qualche anno, per esempio, la mia attenzione è stata catturata dalle borracce. Quando le vedo vengo colta da una vera e propria ispirazione: per questo, dopo averci giocato per un po' di tempo in casa, corro in giardino e le pianto nelle fioraie. Dei veri capolavori di arte ...”sportiva”! Sì, lo ammetto, sono un po' “casinista” e quando ero piccola ne combinavo davvero di ogni alla povera Cruz: nel nostro primo anno di convivenza mi sono mangiucchiata il cavo della televisione e di un carica batterie. E se non bastasse, mi divertivo a svegliare Paola di notte a qualsiasi ora per l'emergenza “bisognino”. Penso che in quei primi tempi alla mia padroncina fosse passata veramente la voglia di avere un cane!

 E pensare che era da tanto tempo che ne desiderava uno! Fin da piccola infatti, lei aveva avuto sempre e solo dei gatti, ma aveva chiesto spesso a sua madre di poter comprare un cane. La risposta che si sentiva ripetere era che l'appartamento di Roma in cui vivevano era troppo piccolo e che un giorno, quando sarebbe stata più grande e avesse avuto una casa con un giardino, avrebbe potuto prenderlo. Gli anni sono passati, il giardino Paola non ce l'aveva, ma l'idea di avere un cane le ronzava ancora per la testa. Mentre si trovava a Bergamo e si sentiva un pochino sola, ha deciso di dare una sbirciatina su internet per vedere le varie razze di cane e dove poterne comprare uno. Così è arrivata fino ad un allevamento di Mantova dove c'erano rimasti due cuccioli di Beagle: uno un po' cicciotto e molto esuberante, l'altro più piccolo e talmente timido da rannicchiarsi in un angolo sotto un tavolo. Indovinate quale ero io? Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: io ero quella timida! Chi l'avrebbe mai detto!? Paola mi ha preso sulle sue braccia e, mentre lei parlava con la proprietaria dell'allevamento, io mi sono addormentata succhiandole il lobo dell'orecchio. L'ho conquistata subito e penso che anche per lei sia stato amore a prima vista. Anche adesso, quando mi guarda vedo che si commuove guardando il mio musetto: non saprei immaginare la mia vita senza di lei e penso che per Paola sia lo stesso. All'inizio, forse, ho un po' approfittato del fatto che non avesse mai avuto un cane prima d'ora e che quindi non sapesse davvero come comportarsi con me. Non sapeva come gestire i miei bisogni ed integrarli nella sua vita e orari da pallavolista. Sono aspetti che qualche volta colgono un po' impreparati gli umani...ma non sempre avere un cane è così semplice come sembra! Inoltre...Paola era davvero troppo buona! Mi sa che tutte quelle moine iniziali l'avevano resa troppo morbida con me: mi straviziava e mi assecondava in tutto! Poi, un giorno, la mia padroncina ha capito che doveva cambiare comportamento e che per governarmi ci voleva un polso un po' più duro. Così, anche a suon di sgridate, ho capito quello che Paola esigeva e mi sono adattata. Un esempio? Dopo le 9 di sera mi hanno fatto capire che non posso più scendere di casa e quindi.... i miei bisogni li devo fare prima. Inoltre, ho imparato a non disturbare il sonno di Paoletta: finché non vedo un raggio di sole spuntare dalla finestra, anche se è mezzogiorno, io non mi muovo.

 Ma su una cosa, proprio non sono scesa a compromessi: dormire sul suo lettone. Non mi interessa se mi ha comprato una cuccia nuova di zecca – mi hanno detto che addirittura si intona con la sua camera da letto – io voglio dormire lì con Paola! E ora ho anche un alleato in più: Roberto, il suo ragazzo ! È lui che adesso mi chiama per salirci su...e io certo non me lo faccio ripetere due volte. Inoltre, grazie a lui, ho anche degli amici di zampa con cui divertirmi e passare i pomeriggi in cui Paola è via per le partite: sono Nelson, Bahia e Adriano, i suoi tre Beagle e i miei compagni di giochi in giardino! Oltre al dormire sul lettone, un'altra cosa su cui mi sono davvero impuntata sono i vestiti: passi che quando ero piccola ero molto delicata e mi dovevo coprire il pancino.... ma adesso guai a chi prova a mettermi un maglioncino! L'ultima volta che Paola ha provato a farmi indossare un impermeabile, ho messo il broncio e non mi sono mossa fino a quando non me l'ha tolto. Sono buona sì...ma ho il mio caratterino! Ma a Paola posso perdonare tutto: anche il cambiare casa continuamente. In fondo, per me, l'importante è stare insieme a lei e la seguirei davvero ovunque: il mio amore per lei è puro, autentico, e anche se un po' esuberante, davvero fedele. Ma a quanto pare ho finito di girovagare per l'Italia; sembra proprio che la mia padroncina abbia finalmente trovato casa!

L'articolo originale è pubblicato sul numero di giugno 2012 di Pallavoliamo
La foto è di Paola Croce. 

Commenti

Post popolari in questo blog

College Basketball Tour 2015

Cuore di mamma: Enrica Merlo

Ginnastica Artistica: la forza del singolo