I diari del Camper: A Istanbul con i Balusch

Quando Manon Flier ha messo a terra l'ace del 15 a 11 contro il Volero Zurigo, sono subito corsa a segnarmi per il viaggio a Istanbul. Erano due anni che sognavamo la qualificazione alle Final Four di Champions League, ed ora che quel momento era finalmente arrivato, non mi sembrava vero! Ma non c'era un minuto da perdere: c'erano i biglietti da comprare, i cori da preparare, gli striscioni da scrivere. Quando le ragazze della Scavolini sarebbero entrate in campo volevamo essere lì per dare loro tutto il nostro appoggio. A dire il vero, dopo la vittoria contro Mosca, un certo presentimento già l'avevo e per questo mi ero subito messa a cercare le informazioni per la trasferta turca. E non ero la sola entusiasta. Nel giro di pochi minuti , quella stessa sera, si erano infatti prenotati altri dieci Balusch, e con il passare dei giorni il numero era cresciuto tanto che dai trenta posti che all'inizio ci avevano assegnato siamo balzati ad una cinquantina. Un numero record per noi tifosi pesaresi. Con noi c'erano anche i genitori di alcune giocatrici – la madre della Ferretti, che non manca mai e l'abbiamo quasi adottata, i genitori di Martina Guiggi, di Elisa Manzano, di Monica De Gennaro e delle sorelle Usic. Il problema era organizzare il tutto alla perfezione: a causa dell'aereo, infatti, non potevamo certo portare mega striscioni o tamburi! Per riuscire a portare tutto ci siamo così divisi le cose: qualcuno si è preso le sciarpe, altri hanno caricato le bandiere, altri ancora le manine per fare un po' di rumore. Avevamo pure trovato il modo di trasportare i megafoni! Peccato che al nostro arrivo ad Istanbul alla dogana non riuscissero a capire che cosa fossero e non ce li volessero far passare! Con le buone siamo riusciti a convincere l'agente che quegli “oggetti non identificati” non erano assolutamente pericolosi. Ma per nostra sfortuna, i problemi erano finiti qui! Dopo aver, infatti, portato i tre megafoni per tutto il giorno a spalla, al nostro arrivo al palazzetto dello sport ci sentiamo dire che non era consentito usarli durante la partita! “Come, come? E da quando non si può?” ho chiesto con il mio inglese un po' stiracchiato. Niente da fare, gli stuart turchi non si sono lasciati piegare e ce li hanno requisiti! Fortuna che avevamo smontato le trombette e che quindi non sono riusciti a capire cosa fossero! Altrimenti sono sicura che ci avrebbero portato via pure quelle! In questo modo siamo riusciti a fare un po' di rumore e a farci sentire un poco. E sottolineo il poco! Immaginate la situazione: 80 Balusch senza megafoni contro 7.000 mila turchi...ci hanno sovrastato per tutto il match! Non è bastato neppure il vocione di un tifoso moscovita della Scavolini che si è unito a noi a Istanbul! Un ragazzo simpatico e pieno di entusiasmo e che ha anche regalato rose bianche e rosse alle nostre ragazze. Un Balusch con i fiocchi, anche se gli abbiamo dovuto insegnargli a pronunciare bene la parola Pesaro perché prima, onestamente, proprio non lo sapeva fare! Così,tutto orgoglioso ha cantato sempre PE-SA-RO con il suo accento inconfondibile! Ma la cosa che ci ha fatto più arrabbiare è stato scoprire che i tifosi turchi i megafoni e i tamburi li avevano eccome! Il tutto unito ad un'amplificazione quasi da discoteca che dava il massimo proprio nel momento in cui le nostre ragazze andavano in battuta! A parte questo, l'atmosfera che si respirava era davvero magica! Il tifo turco era degno di quello di uno stadio da calcio: avevano distribuito a tutti quanti la maglietta gialla del Fenerbache e quindi, quando le squadre sono entrate in campo, l'intero impianto era colorato di giallo! Il tifo era alle stelle, e la partecipazione di tutto il pubblico dava davvero i brividi! Ma non potevamo lasciarci distrarre, noi eravamo lì solo per le nostre ragazze. Eravamo comunque consapevoli che sarebbe stata dura: dopo la partenza di Destinee, anche se la squadra durante quelle settimane si era compattata, sapevamo che la nostra formazione era menomata e che la mancanza di un martello che avrebbe dovuto buttare a terra i palloni si sarebbe fatta sentire soprattutto a livello tecnico. Ma sapevamo anche che le nostre ragazze avrebbero dato tutte loro stesse per questa partita contro il Baku, ma temevamo che forse non sarebbe bastato. E così, ahimè, è stato! La sfortuna poi è sembrata accanirsi contro di noi: durante il riscaldamento Manon si è infatti infortunata. In quel momento non osavamo pensare quale potesse essere il morale delle ragazze dopo tutte quelle cose che erano capitate. Per questo non possiamo recriminare nulla alle nostre ragazze. Alla fine della seconda partita poi, le nostre eroine sono venute su tra di noi: è stato un momento davvero piacevole e avremmo voluto dire loro che nonostante il risultato eravamo davvero orgogliosi di quanto avevano fatto e per come avevano lottato! Ma il momento più bello è stato riabbracciare il nostro Zé Roberto! Il mitico “Zio”, dopo aver perso la semifinale contro il VakifGunes TTelekom di Guidetti, è passato sotto la nostra curva e ci ha urlato “ora vado in conferenza stampa e poi voglio venire a salutarvi tutti”...ed è stato di parola! Abbiamo anche mantenuto una tradizione che ci univa a Zé quando allenava a Pesaro: la sigaretta post partita! Anche se eravamo in terra turca, l'abbiamo onorata! Tra una tirata e l'altra Zè ci ha raccontato della sua esperienza in Turchia, del mondiale e non mi sono lasciata l'occasione per lanciare una frecciatina al nostro ex coach: “certo Zé che sei sfortunato con questa Champions: con noi non l'hai vinta, quest'anno neppure” e il mitico Zé con la sua calma di sempre mi ha risposto “però vi abbiamo vinto ai mondiali”. Va bene, lo ammetto, me la sono cercata! In fin dei conti, nonostante la trasferta non sia stata vittoriosa come speravamo, questi tre giorni ad Istanbul sono stati una bellissima esperienza: moschee, falafel, colori e sapori per noi tutti nuovi! Da veri VIP siamo anche andati a mangiare nel ristorante al sesto piano del VOLLEY HOTEL, il luogo che ospitava tutte le squadre: dico VIP perché i prezzi erano alle stelle...ma vedere l'impianto di gioco da lassù, credetemi è un'emozione unica! E dato che eravamo in Turchia, per smaltire la sconfitta e sentirmi più parte della cultura locale....un bel bagno turco non me lo ha negato nessuno!

L'articolo origianale è pubblicato sul numero del mese d'aprile 2011 di Pallavoliamo www.pallavoliamo.it

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