Intervista a Julieta Lazcano e Carla Castiglione

Entrambe del 1989; entrambe provengono dalla lontana Argentina; entrambe giocano nella Scavolini Volley sotto l’attenta guida di Zè Roberto. Le due giocatrici in questione rispondono al nome di Carla Castiglione e Julieta Lazcano e da un anno sono a Pesaro per la loro “avventura italiana”. Ma cosa si prova, ad una età così giovane, giocare in una delle squadre più forti del campionato e stare così lontano da casa? Il numero 9 e il numero 15 delle Colibrì hanno risposto alle nostre domande parlando del loro passato, del loro futuro,dei loro obiettivi pallavolistici e dei loro sogni nel cassetto.

Dopo un anno passato a Pesaro, le due ragazze si sono inserite benissimo nella nuova cultura e nella nuova città. Anche se non mancano le differenze con la loro patria. Pesaro mi piace moltissimo e mi trovo molto bene anche se all’inizio è stato un po’ difficile dato che venivo da Buenos Aires, una città molto più grande di Pesaro e che offre molto di più” ha detto Carla. Per Julieta, Pesaro sta addirittura diventando una seconda casa: Qui a Pesaro mi trovo molto bene e sta diventando una seconda casa per me. Ho iniziato a conoscere nuove persone, a frequentare di più la città e devo dire che è molto simile a Córdoba Capital, la città nella quale sono cresciuta. Certo, lì non c’era il mare, ma per esempio come a Pesaro abbiamo delle montagne molto belle.” “Poi Pesaro è una città molto tranquilla dove una ragazza come me può girare senza paura; sfortunatamente invece in Argentina, nel mio paese, non potevo avere una libertà del genere dato che era molto facile essere derubati per strada”, ha concluso.

L’aver lasciato la propria terra e la propria famiglia per gettarsi in questa nuova avventura italiana non è stata traumatica anche se non sempre facile, hanno detto le due giocatrici. Infatti, Carla ci racconta come già a 14 anni avesse iniziato a vivere da sola: Ho lasciato la mia città quando ero davvero piccola e ho iniziato a giocare in nazionale a 14 anni. Quindi, diciamo che sono abituata a stare lontano dai miei e che non mi pesa più di tanto non vederli per molto tempo. Non è una situazione troppo “triste” e poi riesco a stare in contatto con amici e parenti grazie ad internet”. Julieta si sofferma invece sulla differenza tra il primo e il secondo anno qui a Pesaro: “ quando sono arrivata lo scorso anno, il campionato era già iniziato e quindi non ho avuto il tempo di realizzare il distacco dalla mia terra e dalla mia famiglia. Non è stata quindi una separazione troppo dura. Quest’anno invece è molto diverso, perché starò qui tutto l’anno e per tutto il campionato. Anche se l’Italia e l’Argentina sono molto simili nella cultura e nel cibo, questa a Pesaro per me è un’altra vita anche a livello pallavolistico e non è sempre facile. Ma nella pallavolo, per ottenere dei risultati e per migliorare, si devono fare dei sacrifici e bisogna rinunciare a delle cose. Comunque, separarmi dalla mia famiglia e dalla mia terra non è stato troppo doloroso.”

Il distacco poi è stato reso meno triste anche dalla presenza in squadra di altre giocatrici argentine del calibro di Carolina Costagrande e Natalia Brussa. Il rapporto delle “baby” con le loro compagne di squadra è molto buono e soprattutto molto produttivo: “Per me è un onore poter giocare con giocatrici così forti. Spesso loro in allenamento mi chiedono di più rispetto alle altre, e questo è bellissimo per me perché mi spinge a migliorare” ha spiegato Carla. “Mi trovo molto bene anche io con le mie compagne di squadra, soprattutto perché so di stare con giocatrici professioniste che ogni giorno mi sanno aiutare e dire cosa devo fare. Sono contenta di poter ricevere aiuto da giocatrici così brave e con tanta esperienza” ha detto Julieta.

Le due ragazze, che si allenano spesso anche con la serie C della Scavolini Volley e che fanno degli allenamenti più mirati a migliorare la tecnica, non hanno avuto ancora molto spazio in campionato. Come affrontano questa situazione? “Naturalmente è una situazione che “mi sta un po’ stretta” dato che la pallavolo è la mia passione e quindi vorrei giocare il più possibile” - ha confessato Carla - “Ma era una questione che avevo già chiarito al momento dell’ingaggio con il mio procuratore: sapevo che non avrei giocato molto, ma sto imparando e sono consapevole che il futuro dipende da me”. Anche Julieta ammette di voler scendere in campo ma allo stesso tempo di accettare il ruolo in panchina: “Sinceramente non è la situazione migliore per me, ma era una cosa chiara sin dall’inizio che sarei venuta a Pesaro principalmente per allenarmi. A livello tecnico ho ancora molto da fare però qui a Pesaro abbiamo Zè Roberto che è il miglior allenatore in circolazione. So che devo avere pazienza perché le occasioni nel futuro arriveranno anche di giocare titolare. Per il momento l’importante è imparare per poi riuscire a diventare una titolare a tutti gli effetti”.

E anche se le cose ancora da migliorare sono tante, sia Carla che Julieta stanno crescendo: e il merito va anche alle loro compagne. “Dal punto di vista tecnico sto migliorando tantissimo, anche perché sto apprendendo davvero molto dalle mie compagne di squadra” – ha spiegato Julieta – “Sono davvero brave sia dentro che fuori il campo ed è importante avere dei punti di riferimento così positivi per una persona giovane come me. Io voglio diventare una titolare e quindi devo stare attenta a quello che fanno non solo a livello pallavolistico ma anche a livello più generale. Non so quando tempo servirà per realizzare il mio sogno, ma al momento è importante poter apprendere dalle altre”.

Il presente di entrambe le giocatrici si sta svolgendo a Pesaro in casa Scavolini; per quel che riguarda il futuro, entrambe vorrebbero che continuasse qui in Italia, magari ancora con la casacca bianco-rossa della Scavolini. “Per il mio futuro mi piacerebbe continuare a giocare qui in Italia, che ha uno dei campionati più belli e più forti d’Europa. Sul tornare o no in Argentina per il momento no anche perché nel mio paese ci sono dei grandi problemi economici e politici” – ha detto Carla – “E se dovessi giocare in un’altra società diversa dalla Scavolini, voglio che sia una società seria come quella di Pesaro. Qui, infatti, tutti si impegnano a mantenere le promesse prese ad inizio anno e questo è un valore molto importante che però non si trova ovunque” ha concluso il numero 9 bianco-rosso.

Anche Julieta manifesta il suo attaccamento a Pesaro e alla società: Anche io vorrei rimanere qui in Italia o più in generale in Europa. Prima o poi tornerò anche in Argentina perché le mie radici sono lì, ma per il momento il mio obiettivo è quello di giocare qui in Italia e tornerò nel mio paese solo quando avrò terminato questo mio progetto. In questo momento mi piacerebbe cambiare squadra solo per avere maggiore esperienza ed imparare di più per poi un giorno tornare nella Scavolini Pesaro e giocare come titolare e mettere in pratica tutto quello che ho imparato. In questa società ho incontrato delle persone molto serie con cui mi trovo molto bene e quindi vorrei tornare per dare un contributo concreto a questa società che mi sta dando tanto”.

Ma cosa sognano per il loro futuro le due “piccole” di casa Scavolini? “Ovviamente giocare titolare in A1 e vincere uno scudetto” – ha risposto Carla – “In realtà con la Scavolini ne ho già vinto uno ma vorrei vincerlo stando in campo. Oltre a voler essere una brava giocatrice vorrei anche essere una brava persona fuori dal campo. Mi piacerebbe essere un modello per le giocatrici più giovani, come per noi lo è per esempio Carolina (Costagrande ndr)”. Julieta sogna invece un futuro proprio qui nella città che la sta vedendo crescere pallavolisticamente: “Il mio primo desiderio è poter tornare qui a Pesaro ed essere una titolare nella Scavolini. Poi vorrei crescere come persona anche fuori dal campo e un giorno mettere su una famiglia e poter continuare con il volley. Infatti, come ho detto prima, per la pallavolo bisogna fare tanti sacrifici e a me piacerebbe poter avere entrambe le cose: una famiglia e una carriera come atleta di pallavolo”.

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