Federica Valeriano

Nonostante l’apparenza molto classica con la quale Federica si presenta all’intervista, la schiacciatrice della Yamamay Busto Arsizio è in realtà una ragazza molto moderna e dinamica. Lo dimostra per esempio il suo sito web (www.federicavaleriano.it), da lei personalmente curato e che sta catturando sempre più affezionati: “Curo personalmente il mio sito internet che mi è stato regalato da Manuel. Mi piace perchè mi dà la possibilità di scrivere ed interagire con i tifosi. Qualcuno si stupisce che sia proprio io a rispondere e a scrivere. È una via di mezzo tra un sito e un blog, perché ogni domenica commento la partita dal mio punto di vista – il che lo rende un sito sulla pallavolo - e un blog, perchè lo uso come mezzo per parlare con i tifosi. Il sito, secondo me, è un valore aggiunto perché ti permette di farti conoscere a 360 gradi. Io ho cercato di metterci me stessa; per esempio, nei commenti alle partite non parlo solo del match, ma ci metto anche delle chicche dallo spogliatoio parlando per esempio di come vivo il pre-partita: il tifoso è interessato più a questi aspetti che alla partita in sé. Se una persona dovesse aprire un sito le consiglierei di metterci innanzi tutto se stessa”. Un regalo a cui Federica sembra essere molto legata e a cui dedicata una cura particolare “Facebook non lo utilizzo più di tanto, ma lo sfrutto come aggancio per poter lanciare il sito; inoltre in chat mi fa piacere parlare con i tifosi o con persone che non vedo mai”.

Questa apertura verso il pubblico e verso tutti i tifosi bustocchi fa sì che la giocatrice di Vercelli sia davvero molto amata in casa bianco-rossa: “È una grande soddisfazione essere amata dal pubblico ed entrare nel cuore delle persone che amano la pallavolo. Molti ti vedono come un mito e quando imparano a conoscerti e apprezzano anche il tuo carattere è una grande soddisfazione” E con in sottofondo il coro “Federica Valeriano, lo spettacolo italiano”, la giocatrice ha saputo ritagliarsi un ruolo importante all’interno della sua squadra, soprattutto attraverso la grinta e la determinazione che ne fanno una vera e propria “capitana morale” in campo: “io in realtà non mi sento di ricoprire questo ruolo, perchè per me è un atteggiamento naturale; anche le mie vecchie amiche mi ricordano per la grinta e per la parola gentile nei confronti di una compagna in difficoltà. Questo mio atteggiamento deriva dalla consapevolezza che nella pallavolo, come nella vita, non bisogna mai rinunciare o essere appagati: l'appagamento è la parola peggiore per un'atleta; se una cosa non va, peccato! Ma non averci provato è ancora peggio!”. Grazie a questo suo atteggiamento e grande presenza di spirito, Federica è riuscita a diventare un importante punto di riferimento per la sua squadra pur non essendo una titolare.

Basta infatti dare un’occhiata alla carriera di questa giovanissima giocatrice per capire quanto il suo ingresso in campo possa essere spesso decisivo per una vittoria. Una data su tutte: 13 maggio 2003, giorno nel quale “Miss Promozione” – titolo affibbiatole dalla stampa locale – ha regalato alla squadra lombarda la primissima serie: “Era il mio primo anno alla Yamamay e provenivo dalla serie B1. Sono entrata ad inizio partita al posto di Giulia Benini nel ruolo di opposto. Sul match poit a nostro favore, la palla è stata rigiocata da muro in zona quattro; nel contrattacco hanno alzato dietro e io ho tirato in parallela. Non saprei nemmeno descrivere quello che ho provato quando la palla ha toccato per terra…di tutto e di più!”. Ma non è stata questa l’unica impresa del numero quattro della Yamamay.

Nel match di qualificazione in coppa Cev, sono entrata al posto di Saara Esko, infortunata. Ho messo a segno un muro su Flier, una cosa assurda per me che il muro non è proprio la mia specialità! Dopo la partita tiratissima contro Jesi e con quello che era capitato, è stato un punto liberatorio, ma anche la dimostrazione del fatto che la mentalità di Busto è vincente, che non punta sulle individualità ma in primo luogo sul gruppo”. E Federica crede molto in questa filosofia: “È vero che ci manca una giocatrice che possa fare la differenza e si prenda la squadra sulle spalle. Io però condivido la politica di puntare sul gruppo: è questa la forza di una squadra che, quando è in difficoltà, riesce ad uscirne grazie all’ amalgama di più persone.”. Una squadra a cui la schiacciatrice è molto legata e di cui si sente orgogliosa di appartenere: “sapere che il Palayamamay, il palazzetto più bello d’Italia, è casa tua, ti fa venire i brividi solo a dirlo. Senti dire da tutti che giocare davanti a questo pubblico è una cosa bellissima e portare quella maglia è un orgoglio grandissimo”.

La società di Busto Arsizio, inoltre, ha aiutato Federica a crescere non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano e personale: “Carlo Parisi è stato l’allenatore che mi ha dato una mano da tutti i punti di vista. È una persona molto scrupolosa a differenza di tanti allenatori che curano più se stessi e il gioco. Lui è ancora molto puntiglioso a livello tecnico e, di allenatori del genere, non se ne trovano più tanti. Questo suo modo di intendere la pallavolo, mi ha aiutato in primo luogo nei fondamentali di seconda linea, ma soprattutto dal punto di vista umano. Carlo, infatti, pone molta attenzione a queste cose: per esempio, quando la giocatrice non è in un periodo di forma, l’ aiuta molto, ci parla, la motiva. Ci insegna a gestire le nostre emozioni e a scendere in campo sempre con la giusta motivazione e determinazione. È un allenatore bravissimo”.

La carriera della schiacciatrice classe ’85 inizia all’età di nove anni nella sua città: “l'amore per la pallavolo è iniziato quando avevo nove anni . Ho iniziato per gioco, seguendo le amichette delle elementari. Sfortunatamente, nella mia città, Vercelli, non c'era una squadra femminile di pallavolo se non una società che stava fallendo. Così, un gruppo di genitori ha fondato il Green Volley Vercelli, che esiste tutt' ora, e da lì iniziai la mia avventura nel mondo della pallavolo. Paolo Cerrutti è stato un ottimo allenatore in questi primi anni. Poi io ho avuto la sfortuna/fortuna di non girare più di tanto, perchè da Vercelli sono andata a Novara e da lì a Busto, tutte città davvero molto vicino a casa mia. Le mie due stagioni a Novara sono state positive: e Stefano Colombo, il mio coach in B1, è stato un buon allenatore perchè all’epoca ero ancora molto giovane. Lui mi ha curata molto dal punto di vista tecnico, e ciò mi ha completato prima di arrivare a Busto”. Alla Yamamay Federica ha indossato la maglia numero quattro, un numero che le è arrivato per caso, ma che la rispecchia alla perfezione. Come il quattro, la giovane schiacciatrice è infatti una persona quadrata: grintosissima in campo, ma molto pacata ed equilibrata nella vita privata. Il fidanzato Manuel, al suo fianco da tre anni, la descrive con questi tre aggettivi: “testarda, semplice e grintosa”. Testarda che fa rima anche con caparbia. Fuori e dentro il campo, infatti, Federica ha obiettivi e idee ben precisi. “Sono una ragazza tranquilla, alla quale piace molto studiare: sono laureata in scienze motorie e ho sempre coltivato studio e sport. Penso sia importante quando si è ancora giovane. Vorrei tanto continuare i miei studi ed iscrivermi ad osteopatia: sono 6 anni di frequenza e so che sarebbe quindi molto difficile. Nel mio futuro mi vedo in ogni modo legata al mondo dello sport, un ambito che non vorrei mai abbandonare. Per esempio, mi piacerebbe lavorare nell’area della riabilitazione”.

Nel suo futuro, la giocatrice di Vercelli si vede però anche mamma e moglie. Nel presente, intanto si allena a preparare cenette perfette per il suo Manuel: “mi piace prenderlo per la gola e quindi cucino sempre tanti dolci. Se mi capita di cucinare altro, però lo faccio volentieri; anche perchè lui è una buona forchetta. Se dovessi preparargli una cenetta, punterei su un risotto con lo zafferano o il formaggio, della carne, e per dolce…un tortino con il cuore di cioccolato”. Il legame tra Federica e Manuel è davvero forte; per lei, il ragazzo di Vercelli, si è appassionato alla pallavolo voltando un po’ le spalle allo sport di famiglia: il calcio. Il padre di Manuel, infatti, allena le giovanili della Pro Vercelli, e Manuel era quindi destinato a seguire le orme paterne nel mondo del pallone. Grazie a Federica invece, ora anche il cuore del giovane batte per la pallavolo, e la passione è diventata talmente grande, che Manuel ora segue anche le partite in cui la sua fidanzata non gioca. Importante è anche il messaggino che lui invia puntuale prima di ogni partita: una routine a cui Federica è molto legata, anche perché, ci confida, è molto scaramantica: “in realtà sono stra-scaramantica. La domenica faccio sempre tutto uguale: mangio le stesse cose, preparo la borsa sempre nello stesso momento della giornata e con lo stesso ordine; i lacci dei capelli sono sempre gli stessi, l'intimo sempre lo stesso e il messaggio prima della partita di Manuel deve arrivare puntuale. Anche se poi non ci faccio molto caso al risultato, altrimenti divento schiava di queste cose”.

Sportivamente parlando, invece, la giovane schiacciatrice ha in programma una piccola “rivoluzione”; ma sempre e solo targata Busto: “se da un alto mi piacerebbe sfruttare le doti che Carlo ha saputo mettere in evidenza, io sogno di diventare libero in una squadra importante. Se la Yamamay mi volesse come libero, io ci starei ad occhi chiusi!”.

E chi sa se nella prossima stagione vedremo Federica in campo con la maglia da libero! Non ci sarebbe nulla di strano vista la sua dinamicità! E poi… viviamo in tempi moderni: i grandi cambiamenti, si sa, sono sempre dietro l’angolo!

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